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Michael Hallissy e John Hurley
Gli albori dell’IA
Sin dal lancio di Chat-GPT1 alla fine di novembre del 2022 si è speculato tremendamente e ci sono state molte discussioni relativamente all’impatto che la tecnologia dell’IA, in particolar modo dei programmi di IA generativa, come Chat-GPT2, può avere sull’istruzione. Questo è il più recente di una serie di programmi che molti ritengono abbiano il potenziale di rivoluzionare molte delle attività tradizionali nelle nostre scuole, in particolar modo il nostro approccio all’assegnazione di compiti a casa, che di norma sono completati al di fuori delle aule, a casa. Si teme che i programmi di IA, come Chat-GPT, consentiranno agli studenti di ‘imbrogliare’ generando per essi temi, traducendo testi da una lingua all’altra o completando compiti di matematica senza alcun apporto da parte dello studente. Siamo veramente di fronte a un fenomeno nuovo? Alcuni Paesi e poli scolastici inizialmente hanno addirittura vietato l’uso di Chat-GPT, fortunatamente però ora stanno rivedendo le proprie posizioni e prendendo in considerazione il modo in cui gli insegnanti possono fare ricorso a ChatGPT e ad altri programmi di IA generativa (come Bard, Midjourney, Bing Chat ecc.)3.
Riflettiamo
Questa non è la prima e non sarà l’ultima volta che le nuove tecnologie ci costringono a considerare le implicazioni che potrebbero avere sull’insegnamento, sull’apprendimento e sulle attività di valutazione. Nei primi anni 2000 ci sono state discussioni sul modo in cui le persone facessero uso di Internet per effettuare delle ricerche che generalmente ottenevano delle risposte con pochi clic.
Per esempio, nel momento in cui Internet divenne parte integrante nella vita di ogni giorno, nel settore dell’istruzione sorse un quesito fondamentale: «Come si può valutare l’apprendimento quando le risposte sono alla portata di tutti?»4.
Non dimentichiamo che Internet ha influenzato il tipo di compiti che abbiamo assegnato ai nostri studenti per decenni, dal momento che gli studenti sono stati in grado di effettuare ricerche su Internet su determinati argomenti e poi copiare e incollare le proprie risposte nelle proprie relazioni o presentazioni. Prima di tutto ciò ci sono state discussioni sugli effetti prodotti dai programmi di videoscrittura sul processo di scrittura nelle scuole e sull’uso dei calcolatori nell’insegnamento e nell’apprendimento della matematica. Nessuno oggi prenderebbe nemmeno in considerazione l’idea di scrivere senza un programma di videoscrittura o di rinunciare all’uso di un calcolatore in un compito di matematica. In entrambi i casi abbiamo spostato la nostra attenzione su un apprendimento più profondo, nel caso dei programmi di videoscrittura per concentrarci sulla redazione, in quello della matematica sullo sviluppo della comprensione, spostandoci oltre i meri calcoli. In questi casi insegnanti esperti e competenti hanno assunto la decisione di integrare le tecnologie nelle attività in classe.
Il timore di Chat-GPT
Molti vedono i programmi di IA generativa, come ChatGPT, come rivoluzionari e, come sopra ricordato, alcuni sistemi scolastici5 e istituti superiori si sono spinti fino a vietarli, affermando che: «anche se lo strumento può essere in grado di fornire delle risposte in modo semplice e veloce ai quesiti, esso non crea competenze di pensiero critico e risoluzione di problemi, che sono fondamentali per il successo a scuola e nella vita»6. Altri hanno assunto una posizione diversa e hanno suggerito di adottare questi strumenti e inserirli in modo creativo nelle classi, offrendo così agli studenti delle opportunità per sviluppare queste capacità di pensiero critico. Persone come Lalitha Vasudevan, vicepreside responsabile per l’innovazione digitale presso il Teachers College della Columbia University, ritengono che per le scuole quelle relative a questi nuovi strumenti digitali siano decisioni difficili da prendere, che: «dovrebbero essere assunte nell’ottica di migliorare l’apprendimento degli studenti»7. Molti attori nel campo dell’istruzione fanno propria questa opinione ritenendo che bisogni istruire sia gli insegnanti sia gli studenti a un uso opportuno di questi strumenti.
I programmi di IA generativa possono “sputare” molto velocemente delle risposte a fronte dei nostri prompt, ma queste risposte non sono ottimizzate per l’apprendimento degli studenti8. Hanno la capacità di produrre le proprie risposte ben confezionate, ma spesso esse sono scorrette o contengono elementi che sono scorretti. Pertanto dobbiamo educare insegnanti e studenti a mettere in discussione ciò che questi strumenti producono e in questo modo possiamo utilizzarli per sviluppare quell’alfabetizzazione critica che vogliamo che tutti i nostri studenti posseggano. Così, essi possono avere un impatto positivo sul modo in cui pensiamo e impartiamo dei compiti ai nostri studenti.
La finalità dei compiti
Cominciamo col chiederci quale sia la finalità dell’assegnazione di compiti? C’è una lunga tradizione secondo la quale a scuola si assegnano compiti a casa agli studenti e gli insegnanti di norma lo giustificano con le seguenti motivazioni9:
- fare i compiti insegna agli studenti ad essere responsabili;
- fare i compiti offre agli studenti l’opportunità di mettere in pratica e affinare le proprie capacità;
- l’assegnazione di compiti a casa spesso è chiesta dai genitori;
- il volume dei compiti assegnati spesso è equiparato al rigore e alla qualità dell’insegnante;
- i compiti a casa sono un rito di passaggio.
Eppure le ricerche9 sull’incidenza dei compiti a casa sull’apprendimento degli studenti e sulla loro vita domestica non hanno prodotto risultati molto positivi e alcuni studi hanno persino rilevato ripercussioni negative. Quindi, il quesito principale che gli insegnanti dovranno sempre considerare è: «Quale apprendimento risulterà dall’assegnazione di compiti?». Nel porsi questa domanda gli insegnanti dovrebbero anche considerare i nuovi sviluppi della tecnologia e come questi strumenti potrebbero incidere sull’integrità del compito assegnato. Dovremmo valutare quanto segue:
forse i compiti che gli insegnanti prepareranno saranno diversi. Ma le scuole non possono ignorare i progressi rapidi compiuti dai motori di ricerca, dai programmi di videoscrittura e dai calcolatori. È molto meglio accogliere i cambiamenti e adeguarsi, piuttosto che cercare di resistervi (senza riuscire ad arrestarli)10.
Alcuni hanno persino suggerito che strumenti, come per esempio ChatGPT, possono fornire una maggiore parità di condizioni a studenti che non ricevono molto aiuto a casa o che stanno imparando una lingua diversa. Altri hanno suggerito che l’IA possa effettivamente elevare gli standard e spingere oltre la padronanza consentendo agli studenti di impegnarsi in un apprendimento più profondo8. Pertanto l’IA generativa ha il potenziale di consentirci di creare nuove forme di valutazione che sfidano i nostri discenti a diventare più critici.
Considerate come potreste usare ChatGPT (o un altro strumento di IA generativa) in un modo creativo con i vostri studenti così che i loro compiti o le loro valutazioni in classe abbiano più valore.
Sta prendendo piede la convinzione che i programmi di IA generativa, come ChatGPT, possono consentire agli insegnanti di risparmiare il tempo speso nella pianificazione e nella progettazione delle attività di apprendimento aiutando nel contempo gli studenti a superare la sfida della ‘pagina bianca’. I programmi di IA generativa sono ottimi nello “sputar fuori” dei testi, in questo modo insegnanti e studenti possono utilizzarli per generare molti tipi di contenuti compresi:
- idee per piani didattici per i docenti,
- temi,
- post per blog,
- poesie o testi per canzoni,
- presentazioni,
- codici informatici,
- soluzioni di problemi matematici.
Ricordate tuttavia che, anche se sono in grado di “confezionare” quanto elencato in modo che abbia un aspetto molto elegante e attraente, i contenuti possono non essere sempre precisi o appropriati. Pertanto dobbiamo esaminare attentamente e criticamente i risultati proposti e poi decidere quali elementi trattenere e quali altri eliminare. Infine questi strumenti sono destinati a rimanere e dobbiamo ‘insegnarli’ a insegnanti e studenti, in modo che possano decidere come farne uso al meglio nei propri contesti. L’elenco dei programmi e delle loro funzioni è ancora in evoluzione e non abbiamo ancora certezze sul potenziale che essi hanno di modificare il nostro modo di insegnare, di imparare e di valutare. Sono gli insegnanti che in definitiva decidono se essi siano utili per loro e per i propri allievi. È arrivato il momento di iniziare a usare questi strumenti in modo da poter decidere se possono aiutarvi a risparmiare tempo e se possono aiutare i vostri studenti a sviluppare le competenze fondamentali necessarie per vivere e lavorare nel ventunesimo secolo.
Per iniziare a pensare ad altre possibilità potreste voler consultare questo blog , leggere alcune delle idee condivise e considerare se possano essere applicabili al vostro contesto.
1 https://tinyurl.com/3sr2hy6y
4 https://michiganvirtual.org/blog/how-will-artificial-intelligence-change-education/
5 https://ny.chalkbeat.org/2023/1/3/23537987/nyc-schools-ban-chatgpt-writing-artificial-intelligence
6 https://www.washingtonpost.com/education/2023/01/05/nyc-schools-ban-chatgpt/
7 ibid
8https://hai.stanford.edu/news/ai-will-transform-teaching-and-learning-lets-get-it-right